Due balli dal Ballarino di Fabrizio Caroso, pubblicato a Venezia nel 1591, con intavolatura per il liuto; il primo dei due (come tutta l’opera) dedicato a Bianca Cappello, granduchessa di Toscana, il secondo a Virginia Crivelli Ruissa (o meglio Ruiz), gentildonna romana, conosciuta soprattutto per il suo legame con San Filippo Neri.

Caroso fu il primo compositore a scrivere un trattato di coreutica, e pare che il suo ingegno in questo campo fosse tale, che persino il Tasso lo loda in un sonetto:

Come ogni rio l’onor del corso rende
Al mar, così del ballo ogni dotta arte
A costui fa, che col bel piè comparte
Quanto il suo ingegno in carta ben distende.

 

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